Il poeta e il sicario si trovarono seduti allo stesso bancone di un bar.
Il poeta si rivolse al killer: “Io, nell’ambito della realtà universale, scrivo i più bei versi che si possano immaginare”.
“Anch’io, nel mio ambito, sono un artista”, il sicario rispose.
Il poeta continuò: “Le mie parole echeggiano sulla bocca di tutti”.
“Anche le mie gesta”, dichiarò il killer.
“Io andrò in paradiso”, pronunciò stizzito il poeta.
“E io pure”, ribadì l’assassino.
“In cosa siamo diversi, allora?”, si chiesero, guardandosi interrogativi.
Il barista, che da dietro al banco aveva ascoltato la conversazione, disse sottovoce: “Nella velocità con cui ci arriverete”.
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