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giovedì 20 gennaio 2011

Rivelazione Cosmica parte I

Fra un mese circa – attorno al 15 di febbraio – avverrà la realizzazione di uno dei passi più importanti della mia  “missione” in Italia, con la pubblicazione e il download  gratuito dei primi tre capitoli di un libro che da molto stavo aspettando di avere tra le mani, e che sto terminando di tradurre dal portoghese.
Per coloro che già leggono i  miei libri, o seguono questo blog, non è novità assoluta il tema che sto cercando di introdurre nella “banlieue” culturale della società material-capitalista in cui siamo inseriti, noi e tutte le nostre strane idee sull’esistenza di contesti spirituali e di altre realtà fisiche dimensionalmente differenti,  intimamente convinti  sulla presenza  extraterrena nel corso della storia umana terrestre, individualmente compromessi all’assunzione di un comportamento  etico/morale che si discosti da quello che ci viene sin da piccoli insegnato,  in relazione a concetti quali quello della supremazia del più forte sul più debole, della  sopravvivenza a tutti i costi, del possesso.
La preoccupazione che mi segue, sin dal principio di questa mia “avventura” di scrittore, conferenziere, blogger, è sempre stata quella di cercare di mostrare la strada razionalmente praticabile, percorribile, affinché  i concetti umanitari che si stanno lentamente facendo spazio fra le priorità mentali di alcuni settori della società civile globale, potessero finalmente assumere una valenza “scientifica” agli occhi dei più.
Sono perfettamente conscio – è chiaro – dell’inusuale pretesa di cui mi faccio portatore, ma anche intimamente convinto che l’evoluzione delle scienze “collaterali”(la fisica e la meccanica quantistica, l’informatica sociale, la nanotecnologia) porterà un giorno ad una comprensione della realtà in cui viviamo così differente dall’attuale, che questa mia “oggi folle” pretesa intellettuale potrà tramutarsi in uno stadio di conoscenze effettivo.
Perché batto su questo tasto, dell’unione dei concetti più avanzati delle scienze con tutta la tradizione storico-esoterica  terrestre, è una questione che sarà totalmente e chiaramente compresa al momento in cui avremo la possibilità di leggere il messaggio che ci arriva, tramite il medium e contattista brasiliano Rogerio Almeida de Freitas - in arte Jan Val Ellam - nel libro Il dramma cosmico di Javeh, che sto appunto terminando di tradurre.
Per chi mi segue Rogerio non è un personaggio nuovo.  E’ il mentore del gruppo Atlan - di cui sono uno degli articolatori - e il maggior medium e contattista che abbia mai conosciuto.  Anche l’uomo Rogerio, l’attuale direttore generale della Camera di Commercio dello stato in cui risiede, il Rio Grande do Norte,  e che da più di dieci anni frequento come amico, è una persona speciale, contraddistinta dalla sua pacatezza e lucidità intellettuale.
Sto parlando di lui perché, per una serie di ragioni che cercherò superficialmente di esporre, è oggi il centro, o meglio il tramite, di irradiazione delle nuove conoscenze che ci vengono offerte per la comprensione del Grande contesto cosmico in cui siamo inseriti, ad opera di un piccolo gruppo di esseri di altre realtà dimensionali che per anni ha agito “sotto false spoglie”, nell’opera di un convincimento progressivo che lo avrebbe potuto portare, al momento giusto – come effettivamente è successo – all’esposizione chiara e sistematica sul come è sorto quest’universo, chi l’ha fatto e lo comanda, da chi la divinità co-creatrice si fa aiutare nell’amministrazione di tutto ciò, chi è Gesù e il suo vero ruolo in tutta questa storia, com’è formata la realtà olografica in cui sono inseriti i nostri spiriti, a loro volta imprigionati in corpi animali transitori terrestri, e così via.
Fatto sta che queste comunicazioni fra gli “angeli” Gabriele e Raffaele, portavoce  del Signore Javeh - il creatore dell’universo e delle realtà dimensionalmente differenti, ad esso adiacenti - e Rogerio, erano ormai da anni – precisamente dal 1998 – che andavano avanti, in una sequenza progressiva di rivelazioni sul nostro passato esistenziale che non avevano mai creato grandi sommovimenti nelle concezioni che noi del gruppo, esseri umani curiosi e studiosi delle tradizioni storico-esoteriche della razza homo sapiens, sistematicamente  confrontandosi  con i limiti del proprio sapere, avevamo a quel tempo del “timing” in cui come razza planetaria eravamo inseriti, prima di poter arrivare ad una “ragionevole dose” di informazioni  che ci permettesse di identificare con chiarezza la situazione cosmica ed evolutiva nostra e del nostro pianeta, e soprattutto le azioni da porre in essere per renderla “migliore”.
Il vero salto avvenne nel  2007, quando finalmente questi esseri extraterreni si identificarono per quello che veramente erano, ed esposero ciò che veramente intendevano fare, sin dall’inizio, anche se per ragioni “storiche”, che saranno meglio esposte nel libro citato, non lo avevano potuto mettere in atto nei modi in cui pretendevano.
La nuova realtà che si avvicinava agli occhi di Rogerio, in primis, e di tutti noi che lo seguivamo da vicino, fu all’inizio quasi terrificante.
Come poteva permettersi, quest’essere fino ad allora relegato ad una figura secondaria nel “pantheon” biblico, al massimo innalzato dalla sola cultura religiosa ebraica, con un “caratteraccio” che la metà bastava, arrivare così, di punto in bianco, auto-affermandosi  creatore dell’universo, nostro Padre, Dio dei cieli e della Terra?
L’iniziale reazione di discredito con cui fu accolta l’ipotesi presentata dagli “angeli” dovette però, piano piano, cedere spazio alla inconfutabile effettività delle informazioni trasmesse, ora ripetutamente confermate da tutti gli altri “amici e mentori” spirituali del medium brasiliano, facenti capo – questi sì – al circolo intimo del Maestro Gesù, e che mai avevano abbandonato Rogerio alla “mercé” degli assessori di Javeh, Raffaele e Gabriele.
Il quadro che ne veniva fuori , dall’incrocio delle informazioni medianiche provenienti dalle realtà adiacenti a quella denso-materiale che ci contraddistingue, era strano ed inusuale, ma seppur analizzato, scomposto nelle sue parti, sezionato in profondità, era apparentemente condicevole con quello che la realtà “effettiva” – quella cioè in cui siamo materialmente inseriti – stava mostrando con chiarezza.
Che noi eravamo effettivamente gli eredi di un regno a cui il creatore aveva donato, per far sorgere la “vita”, il proprio DNA.


sabato 27 novembre 2010

Sogni 2

Vi è un altro tipo di sogno che facciamo in stato di veglia, il cosiddetto  “sogno ad occhi aperti”.
E’ una esperienza che facciamo tutti, chi più chi meno, e che banalmente releghiamo ad un atteggiamento evasivo, inconsistente, non comunque consono alla realtà.
Se pero’ ci pensate un attimo, cercando di riprodurre nella vostra memoria il “rapimento mentale” che si prova in quei momenti, probabilmente potreste ammettere che quando si pensa intensamente a qualcosa l’impressione che si ha è che chi sta pensando sia presente nella situazione pensata, e di fatto lo è.
Anche se solo per pochi attimi, puo’ sembrarci che tutto il nostro corpo sia presente nella scena pensata, cioè noi siamo li’, nella realtà in cui stiamo materialmente vivendo, ma anche là, nella realtà a cui stiamo pensando.
Se ci riflettiamo un po’ sopra, non c’è contraddizione fra questi due stati esistenziali, anche quando vissuti contemporaneamente.
Se l’essere umano, con i suoi corpi fisico-eterici, vive allo stesso tempo realtà dimensionali differenti, e puo’ fare lo stesso quando sogna, addirittura spostandosi con il corpo etereo attraverso l’utilizzo  del suo “cordone d’argento”, perché questa stessa tecnica non potrebbe essere usata anche quando si è svegli, per fare andare il nostro corpo etereo dove ben voglia?
Questo è quello a cui un bel po’ di gente si dedica, alcuni con successo, altri meno, e che viene chiamato, con un nome più appropriato, “viaggio astrale”.
In pratica, quindi, quando cominciate a vagare con la mente, mentre magari siete in auto, e vi vedete di fronte ad una persona od una qualunque altra scena di vita, in quel momento state facendo un viaggio astrale, anche se breve, e soprattutto inconscio, già che non siete consapevoli del dislocamento del vostro corpo etereo nella scena o con la persona pensata.
C’è gente, invece, che lo fa consapevolmente.
Cercano di far tacere la mente, magari meditando, e spostano il loro corpo etereo nel luogo o nella situazione che vogliono vedere. Quanto più bravi diventano in questa tecnica, quanto più riescono ad allungare il proprio “cordone d’argento”, spostandosi in ambienti che possono ubicarsi anche ben oltre i confini planetari.
Mi chiedete se conosco qualcuno che sa viaggiare astralmente? Si’, varie persone.
Mi chiedete se io l’abbia mai fatto? Si’, senza volerlo, pero’.
Non avevo neanche vent’anni e mi ritrovavo, solo, sul vulcano di Stromboli, in quella stessa notte in cui nel blog ho aleatoriamente inserito il personaggio di Rogerio, per poter cominciare le nostre “conversazioni”.
Volevo solo sentire l’intensità di quel luogo, starci un po’ e poi tornare a casa.
Mi sdraiai su una strana pietra piatta, trovata mentre salivo le pendici del vulcano, e mi misi a guardare la notte, estremamente stellata, senza luna.
Non so quanto tempo dopo – una mezzoretta direi – mi successe il fatto:  continuavo con lo sguardo volto verso l’alto, immerso in quel mare di stelle che sentivo cosi’ meravigliosamente vicine, quando mi venne voglia di girare la testa.
Per qualche attimo rimasi rapito a guardare il mare di stelle che seguiva l’inclinazione del mio capo, ora da un lato ora dall’altro, ma quando guardai sotto di me, e continuai a vedere stelle e solo stelle, venni preso da un attimo di panico. Chiusi istintivamente gli occhi, e quando li riapri’ ero ancora sulla stessa pietra, lo sguardo rivolto all’insù.
Senza saperlo – lo scoprii solo anni dopo – avevo fatto un viaggio astrale. Avevo silenziato la mente nell’osservazione  intensa e cosciente del cielo, e il mio corpo etereo se ne era volato là, e là sarebbe rimasto se il panico della mia mente, improvvisamente svegliatasi alla vista spaventosa del vuoto sopra e sotto di me, non avesse obbligato il corpo etereo ad un immediato rientro.
Quelli che invece lo sanno fare bene, non corrono questi rischi, e riescono a trasportarsi fin su nei cieli, ad incontrarsi con altri esseri, in viaggio come loro o residenti in quei luoghi, a scambiarsi opinioni, e soprattutto riescono a ricordare tutto “dopo”. In questa maniera hanno trovato una delle porte di accesso al mondo astrale e spirituale, con grande loro beneficio.
Se li vedrete mentre sono in “viaggio” vi sembreranno addormentati, o in stato di catalessi, ma basterà un semplice tocco, un qualsiasi contatto materiale, per svegliarli all’istante interrompendo ogni loro attività. Non succederà niente, avrete solo interrotto l’esperienza che stavano facendo.
Non è lo stesso quando qualcuno ti schiocca le dita davanti al naso per riportarti indietro dal “mondo delle nuvole”, dove gli parevi che eri volato mentre magari ti stava parlando?
A questo punto permettete a me di banalizzare un po’, anche se al contrario.
Tutti abbiamo gli strumenti e conosciamo la tecnica per viaggiare astralmente, lo facciamo ogni notte quando dormiamo e qualche volta anche di giorno, quando “sogniamo ad occhi aperti”, o “voliamo tra le nuvole”.
Se c’è gente che è capace di farlo sempre, a proprio piacimento, vuol dire allora – dato che strumenti e tecnica sono gli stessi per tutti – che chiunque puo’ apprendere a farlo.
E’ come per qualunque altra cosa nuova: se vuoi imparare a farla bene, devi dedicarci tempo e attenzione, e sicuramente arriverai là. O no?


mercoledì 24 novembre 2010

Guarigioni spirituali

Ecco un argomento che ho sempre trattato con una certa ostilità, fino a che non l’ho visto e praticato personalmente.
Per aver vissuto un sacco di tempo in Brasile, ne ho spesso sentito parlare di incredibili guaritori ma quello che più mi ha sempre colpito è il “dottor Fritz”, un medico tedesco, morto da tempo, che "presta" le sue doti medianicamente, con lo scopo di operare miracolose guarigioni.
E’ un nome abusato, in Brasile, e c'è sempre qualcuno che dice di star "incorporando" questo dottore; quest’alternanza di personaggi che utilizzavano il famoso nome era proprio quello che non mi convinceva.
Non capivo in che maniera si potesse operare una persona senza toccarla, senza aprirla, senza ricucirla.
Poi conobbi la realtà della dualità dimensionale del nostro corpo, fisico/spirituale, e le cose cominciarono a chiarirsi. Ma niente di meglio che la propria esperienza personale per verificare la profondità di una ipotesi.
Vorrei allora, se me lo permettete, raccontare un episodio che mi è successo durante il mio lungo soggiorno sudamericano: una mia partecipazione diretta a un processo di guarigione davvero stupefacente.
Vi chiedo però la licenza per produrre questo racconto così come l’ho trascritto in originale, inserito in un libro che non ho ancora pubblicato.
Spero non vi dispiaccia.


 "… senti, a proposito, domani vorrei che tu venissi in ufficio, c’è un mio conoscente che verrà con un suo amico, che a quanto pare ha enormi problemi di salute da risolvere, e vorrei che anche tu fossi presente, e partecipassi al processo di cura. Sono sicuro che ti creerà convinzioni e forze che ti saranno più che utili nel cammino che hai scelto. Posso contare con la tua presenza, allora?”
“Certamente, domani sarò là, e poi vedremo, va bene?”, risposi.
“Ok”, disse Francisco con uno strano sorriso, come se sapesse di qualcosa che mi riguardava e che io avrei scoperto solo in seguito.
Il giorno dopo, puntualmente,  fui chiamato all’appuntamento.
Non sapevo esattamente in che modo io avrei potuto contribuire in un processo di cura spirituale, già che non avevo mai partecipato ad alcuno.
Sapevo che Francisco, insieme a Rogerio e ad altri medium che facevano parte del gruppo Atlan, anni prima avevano fatto del soccorso attraverso cure spirituali un appuntamento fisso a cui molta gente si rivolgeva, dati gli esiti positivi che queste cure producevano.
Sapevo però, anche, che quel periodo si era chiuso quando gli stessi medium partecipanti si erano ritirati, stremati dall’altissimo stress psicologico dell’assumere su se stessi il peso dei dolori dei “malati”, oltre a una tremenda fatica già che praticamente passavano varie notti in bianco, in sedute di cura che non raramente arrivavano all’alba.
Così mi sembrava strano che quel settore, chiuso da tempo,  stesse riaprendosi ma, colto dalla curiosità e dalla chiamata dell’amico, risposi positivamente  all’invito e mi presentai nel luogo stabilito.
Lì arrivato, trovai Francisco e un signore che non conoscevo, seduti ad una scrivania.
Dopo le necessarie presentazioni, venni messo al corrente della situazione.
Il caso era di un trentenne, sposato e con due figli, che aveva un’inspiegabile allergia a cui anni di cure mediche, secondo metodi ogni volta differenti istruiti da medici vari, non avevano dato alcuna soluzione.
Quando quel giovane entrò a sua volta nell’ufficio di Francisco, ebbi un momento di ribrezzo. La faccia di quel ragazzo era ricoperta di nere, spesse croste collocate in vari punti: sulla fronte, tra il naso e la guancia, sotto il mento, sul collo. Senza alcun imbarazzo Carlos - questo era il nome del giovane - ne mostrò altre sulle braccia, le gambe, la schiena. Insomma, il suo corpo era tutta una piaga.
Ci disse che aveva fatto esami di tutti i tipi per capire l’origine di quelle cose, ma niente era stato trovato.
Vari tipi di medicinali erano stati applicati o ingeriti nel tentativo per lo meno di mitigare l’orrendo effetto che quelle croste facevano sulla gente, includendo la sua famiglia e la sua propria auto-stima, ma nessun risultato era mai apparso.
Quello che avremmo fatto noi sarebbe stato solamente un ultimo tentativo.
Decidemmo far parlare Carlos con Rogerio, dato che quest’ultimo ha fra le sue maggiori capacità quella di avere accesso, attraverso la mente spirituale, al decorso delle vite passate delle persone con cui entra in contatto, e forse avrebbe potuto capire se c’erano motivi legati a un passato karmico che obbligavano Carlos a passare per quella terribile fase.
Quando l’incontro avvenne, il giorno dopo, il responso fu rapido: Carlos, nella vita immediatamente precedente a quella che stava vivendo ora, aveva avvelenato le acque di un fiume che scorreva prossimo ad una cittadina, per motivi che non ci furono dati a sapere, contaminando mortalmente decine di persone che di quell’acqua si servivano per i loro fabbisogni quotidiani.
Quello che gli stava succedendo ora era la riproduzione su se stesso degli stessi danni causati ad altri, nell’intento della riparazione attraverso il dolore che la strana allergia stava imponendogli fisicamente e psicologicamente.
Avuto quindi il quadro spirituale che stava alla base di quegli avvenimenti, decidemmo di ritrovarci la sera seguente nella clinica di un’amica, anch’essa una medium, che per professione praticava massaggi ayurvedici. Lì avremmo formato l’equipe che si sarebbe preoccupata di ristabilire, se fosse stato possibile, il naturale equilibrio che Carlos aveva perso negli ultimi tre anni, e che stava causando quel terribile momento nella sua vita.



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mercoledì 27 ottobre 2010

Presentazione di "Contatti Cosmici"

Domenica 31 Ottobre 2010  ore 17.30

 Roberto Numa    presenta il suo libro               


“CONTATTI COSMICI”  Anima Edizioni 
                  La reintegrazione della terra al circuito Universale                                                                                                                                                                                                                                                                   

Presso la Libreria Esoterica - Galleria Unione, 1 - Milano 


La scoperta e la lettura di questo libro
 permette di intendere e partecipare 
ai grandi avvenimenti  cosmici 
che ci riguarderanno in breve 
e negli anni a seguire, e che
 influenzeranno tutti gli abitanti del pianeta.
Con semplicità e chiarezza l’autore, in una 
serie di incontri con il famoso contattista 
brasiliano Rogerio Almeida de Freitas, 
del quale è amico e confidente spirituale,  
analizza tali avvenimenti svelando uno scenario assolutamente sorprendente: quello 
dell’interazione con altre razze planetarie.
L’inizio della serie dei contatti cosmici.

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