Bersani sa che un qualsiasi governo (breve o no) tra PD e PDL sarebbe la rovina per sé e i suoi, a beneficio di Berlusconi e M5S. Troverà quindi un buon nome per il Colle, non subito ma alla quarta votazione, che farà votare ai suoi, ai centristi e a qualche grillino (come per Grasso), e che quindi passerà.
Poi riceverà l'incarico, e con il ricatto esplicito della perdita dei benefici ottenuti dai nuovi eletti (i soldi che alcuni hanno fatto finta di tagliarsi, il prestigio della carica politica sublimato dall'ego) convincerà quei pochi che gli servono a fare un governo.
Ci saranno urla di tradimento, volontà di epurazioni, e la ventina di "traditori" usciranno dal movimento e costituiranno un gruppo autonomo, o aderiranno al gruppo misto del senato, fornendo l'appoggio esterno necessario alla partenza del nuovo governo (in cambio di qualcosa che non so, ma che in breve vedremo).
Un quadro cinico? forse... Realistico, certamente, quindi un po' cinico, come l'esperienza e la conoscenza della scaltrezza italica da sempre mostra.
La musica è cambiata, direte, e questo non avverrà, perché noi siamo duri e puri, e resisteremo stoicamente anche a costo di perdere i vantaggi acquisiti. Sarà... sono convinto che così la pensano in molti, fra quelli che sono rimasti a casa con il portafoglio vuoto... ma gli altri, quelli che ce l'hanno fatta - i nuovi cittadini/onorevoli - sapranno resistere al suono melodioso del pifferaio magico? Improbabile, e comunque presto lo vedremo.
Nessun commento:
Posta un commento