lunedì 7 febbraio 2011

Rivelazione Cosmica parte III - La Collana

PRESENTAZIONE DELLA COLLANA
RIVELAZIONE COSMICA
a cura di Roberto Numa


Quando ho saputo che la decisione di pubblicare il primo dei libri (di una collana che chiamerò “Rivelazione Cosmica”) era stata presa – eravamo nel novembre del 2010 – feci quasi un salto sulla sedia.
Sapevo che quest’ora sarebbe arrivata, ma solo “dopo” il momento iniziale della tappa di riapprossimazione al grande circuito esistenziale, che avevamo denominato “reintegrazione cosmica”.
In questi ultimi cinque anni, avevo cominciato a scrivere libri con la pretesa, allora, che potessero fare il loro ingresso nel mercato editoriale italiano, diffondendo gli esiti degli studi che da molti anni il gruppo spiritualista brasiliano di nome Atlan, insediato nella città di Natal, stato del Rio Grande do Norte, di cui sono uno degli articolatori, sistematicamente faceva.
Il mentore del gruppo, il medium e contattista Rogerio Almeida de Freitas, aveva cominciato molto prima a scrivere i suoi, e in una quindicina d’anni ne aveva preparati più di trecento – trecentocinquanta, per l’esattezza – anche se solo una decina erano stati pubblicati.
L’enorme flusso di informazioni, canalizzate da Rogerio in quegli anni, si indirizzava verso un argomento allora ostico alla maggioranza dei gruppi spiritualisti brasiliani, in funzione del fatto che le “entità” con lui in contatto gli stavano raccontando una storia che non s’era mai sentita prima: quella del prossimo ritorno del Maestro, di Gesù, stavolta però nella sua veste cosmica, che sarebbe riapparso a bordo di una enorme nave spaziale, insieme a molti altri esseri, alcuni ben conosciuti, altri meno, alcuni in stato di spirito, altri nella loro condizione materiale. Un quadro a forte presenza extraterrestre, sconosciuto e stupefacente.
Le reazioni all’esterno del gruppo, nella vasta comunità di orientamento spiritualista che da più di un secolo aveva eletto il Brasile come sua “dimora”, albergando ad oggi una decina di milioni di adepti, erano sempre evidenziate dallo stesso tipo di sentimento: un misto di stupore, contentezza e miscredenza.
Lo stupore non era tanto per il complesso delle informazioni ricevute, che seppure strano non era in totale disaccordo con quelle a loro volta presentate nell’opera base Il libro degli spiriti del francese Allan Kardec, vero “vademecum” del movimento spiritualista, ma per la nuova “logica” che sottintendeva alle  rivelazioni trasmesse, dove gli stessi fatti, inquadrati dal differente punto di vista che il medium scrivente stava utilizzando, mostravano una realtà così evidente, funzionale e intelligente, ma allo stesso tempo totalmente “inedita”, sorprendente … appunto.
La contentezza risiedeva, invece, nel processo mentale che portava a connettere fatti e informazioni fino allora separati, a creare nuovi paradigmi e schemi mentali che riuscivano a giustificare appieno tutta una serie di “discrepanze logiche”  prima apparentemente irrisolvibili, tutte sempre legate alle questioni celesti, o cosmiche, o più banalmente spirituali.
Il quadro dell’esilio di Cappella, di Lucifero e Gesù, di Javeh e degli Annunaki di Nibiru, non era assolutamente nuovo, ma assemblato come veniva presentato dagli scritti di Jan Val Ellam – lo pseudonimo che Rogerio, direttore generale della Camera di Commercio dello Stato del Rio Grande do Norte, usava per firmare i testi che a richiesta di queste “altre entità” scriveva – assumeva tutta un’altra valenza.
In particolare, riconduceva ogni singolo fatto di quel passato a quelli dei giorni nostri, mostrandone l’indissolubile legame che li univa, in vista di un progetto “cosmico” che avrebbe rappresentato, per tutti gli individui che compongono la razza umana terrestre, un indubbio avanzamento nella strada dell’evoluzione morale e spirituale.
Lo sconcerto, e la miscredenza, erano invece rappresentati dal lato “extraterrestre” della faccenda.
Metabolizzare queste informazioni, assemblandole automaticamente a quelle già in possesso di tutti, e che riguardavano l’esistenza di un mondo spirituale al di là di quello fisico-materiale, non era certo un’operazione delle più facili; a quasi tutti “si ficcavano in gola”, creando loro un immediato sentimento di sufficienza culturale che rifiutava a priori tutto ciò che era ancora comunque sconosciuto, estraneo alle loro cementate convinzioni.
Era quindi normale per noi, in quegli anni, dover sostenere lo sguardo di commiserazione con cui eravamo guardati quando cercavamo di far presente – in altri ambienti diversi da quelli dove si riuniva il nostro gruppo – la necessità di divulgare al massimo le informazioni di cui, attraverso Rogerio, eravamo portatori. Questo tipo di reazione – quasi una “proto-reazione”, direi io – era quanto di più normale, e gentile, potessimo ricevere. D’altronde, come si può dare torto a chi non riesce a mettere in relazione la figura del Maestro Gesù con quella di un ET, di navi spaziali, viaggi intersistemici e così via?
Sapevamo quindi che così era, e così sarebbe rimasto per lo meno fino al momento in cui la tappa denominata “reintegrazione cosmica” avrebbe avuto inizio. Quando ciò sarebbe successo, e gli eventi “profetizzati” si sarebbero compiuti, il castello formato dalle nostre argomentazioni sarebbe stato visibile, e apprezzabile, finalmente da tutti. Avremmo allora potuto cominciare a divulgare anche le “altre” informazioni, quelle che erano state trasmesse a Rogerio a partire dal 2007, quelle sì veramente sconcertanti, anche per noi.
Ed ecco che anche questo momento è arrivato.
Non voglio farmi portatore di opinioni rispetto a ciò che nel primo di questa lunga serie di testi viene detto: il mio compito è quello di traduttore e di coordinatore editoriale, quello del critico lo farà il lettore.
Certamente, non voglio però diminuire l’entusiasmo che ho provato nel leggere, nero su bianco, ciò che negli ultimi anni avevo ricevuto a parole, e in pillole, né tantomeno la consapevolezza di essere il portatore, qua in Italia per ora, di un messaggio che diventerà prioritario - per tutti - negli anni a seguire.
Spero che, arrivati all’ultima pagina del libro, anche voi possiate condividere questo senso “civico”, o meglio “cosmico”, che da oggi ci accomuna.
Buona lettura!


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