mercoledì 12 marzo 2014

Matrix

Se la matrix fosse una scacchiera, e noi le pedine, che differenza farebbe essere quelle bianche o quelle nere? e se su questa scacchiera si giocasse ininterrottamente, che differenza farebbe la vittoria ora delle bianche, ora delle nere? Comprendere questo semplice fatto è la più disarmante delle scoperte, perchè annulla tutte le nostre "certezze" sul significato della lotta tra la luce e le tenebre, ma allo stesso tempo è incredibilmente fantastico, perchè ci pone finalmente di fronte al ruolo saggio ed equilibrato dell'osservatore, all'esterno della scacchiera, intoccabile dalle lotte che lì si sviluppano.
Per accedere a questo luogo riservato ancora a pochi impavidi pionieri abbiamo uno strumento: la consapevolezza del chi si è, dentro e fuori, ma soprattutto dentro, nel misterioso mondo della coscienza. Che la si raggiunga attraverso l'informazione e la ricerca, la meditazione, il dolore, il bricolage o il sesso, poco importa... ognuno deve scoprire da sé il proprio metodo, e niente e nessuno ce lo potrà insegnare. Ma continuare ad alimentare la partita, schierandosi tra i buoni o i cattivi, non fa che ritardare l'assunzione del primo dovere di ogni donna o uomo risvegliati: quello di spostarsi dall'interno, all'esterno della scacchiera.
Non è certo facile (io stesso non ne sono ancora capace, e sovente mi ritrovo in mezzo al gioco, a perder tempo o a fare danni) ma credo sia l'unica cosa intelligente che mi sento di condividere con gli esseri umani che intendono ciò di cui parlo. Agli altri, quelli pieni di buone intenzioni ma sempre occupati dalle strategie della scacchiera, guardo con benevolenza e riconoscenza, sia che giochino con le bianche, sia con le nere, perchè sono comunque sul cammino, anche se si muovono mostrando una certa confusione, mascherata spesso da imponenti inconsistenti certezze.
E siccome il gioco è nostro, nessuno verrà a suggerirci la mossa vincente, perchè non c'è, né mai c'è stata... Questo sfibrante e ripetitivo meccanismo va solo abbandonato, spezzando così i piani di chi ci guarda, ci manovra, e sorride. Questa è la rivoluzione che siamo chiamati a compiere... con le buone, o le cattive, mi sa tanto...




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