venerdì 14 marzo 2014

Il tuffo

Lasciarsi andare nel "flusso" dell'esistenza è la scelta più difficile che un essere umano può compiere.
Il risultato di questa scelta non è per niente scontato, potendo variare tra differenti estremi: la corrente potrebbe portarci su una spiaggetta dalle sabbie dorate, o verso una cascata mortale, o chissà d'altro dove.
A me, ogni volta che mi trovo in questa situazione, tremano un po' le gambe, ma comunque decido di seguire ciò che sento nel cuore, e non nelle ginocchia.
Non so mai se ciò che mi sto apprestando a fare darà i risultati attesi, ma so che non è questo l'importante, perchè credo invece che importante sia il tuffo nella corrente, l'abbandono, il mettere la propria esistenza nelle mani del Padre. E' un atto di sottomissione dell'anima alle leggi nascoste al mondo fisico, quelle delle energie che regnano nel cosmo.
Molti non capiranno di cosa sto parlando, altri faranno un sorrisetto di sufficienza, altri ancora mi derideranno, ma alcuni... sanno esattamente quello che voglio intendere, perchè hanno già fatto questo tipo di esperienza, almeno una volta, e sanno del tremore delle ginocchia, e dello spirito che ti accarezza, tranquillizzando la mente inquieta. 
Ecco, sono ancora seduto sulla riva del fiume, e guardo il ribollire delle acque, mentre mi passano veloci accanto. So che fra un po' dovrò buttarmici dentro, da solo, abbandonando gli affetti, le sicurezze, le convenienze. Cerco di farmi forza, perchè ho ancora un po' di paura, ma so che, quando arriverà il "mio" flusso, non avrò esitazioni, e mi lascerò cadere. Se arriverò nella spiaggetta dorata, manderò a tutti una bella cartolina, ma se mi sfracellerò nella caduta della cascata farò di meglio: veglierò su tutti voi che mi siete cari, e anche su quelli che non lo sono, e nella mia nuova condizione di spirito puro ringrazierò ogni momento che ho passato tra di voi, miei amati compagni di viaggio.


mercoledì 12 marzo 2014

Matrix

Se la matrix fosse una scacchiera, e noi le pedine, che differenza farebbe essere quelle bianche o quelle nere? e se su questa scacchiera si giocasse ininterrottamente, che differenza farebbe la vittoria ora delle bianche, ora delle nere? Comprendere questo semplice fatto è la più disarmante delle scoperte, perchè annulla tutte le nostre "certezze" sul significato della lotta tra la luce e le tenebre, ma allo stesso tempo è incredibilmente fantastico, perchè ci pone finalmente di fronte al ruolo saggio ed equilibrato dell'osservatore, all'esterno della scacchiera, intoccabile dalle lotte che lì si sviluppano.
Per accedere a questo luogo riservato ancora a pochi impavidi pionieri abbiamo uno strumento: la consapevolezza del chi si è, dentro e fuori, ma soprattutto dentro, nel misterioso mondo della coscienza. Che la si raggiunga attraverso l'informazione e la ricerca, la meditazione, il dolore, il bricolage o il sesso, poco importa... ognuno deve scoprire da sé il proprio metodo, e niente e nessuno ce lo potrà insegnare. Ma continuare ad alimentare la partita, schierandosi tra i buoni o i cattivi, non fa che ritardare l'assunzione del primo dovere di ogni donna o uomo risvegliati: quello di spostarsi dall'interno, all'esterno della scacchiera.
Non è certo facile (io stesso non ne sono ancora capace, e sovente mi ritrovo in mezzo al gioco, a perder tempo o a fare danni) ma credo sia l'unica cosa intelligente che mi sento di condividere con gli esseri umani che intendono ciò di cui parlo. Agli altri, quelli pieni di buone intenzioni ma sempre occupati dalle strategie della scacchiera, guardo con benevolenza e riconoscenza, sia che giochino con le bianche, sia con le nere, perchè sono comunque sul cammino, anche se si muovono mostrando una certa confusione, mascherata spesso da imponenti inconsistenti certezze.
E siccome il gioco è nostro, nessuno verrà a suggerirci la mossa vincente, perchè non c'è, né mai c'è stata... Questo sfibrante e ripetitivo meccanismo va solo abbandonato, spezzando così i piani di chi ci guarda, ci manovra, e sorride. Questa è la rivoluzione che siamo chiamati a compiere... con le buone, o le cattive, mi sa tanto...




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