mercoledì 27 agosto 2014

Il melo risanato

… il fratello intanto continuava il suo lavoro, con costanza procedeva al ritmo della natura, a volte faticosamente nel gelo a scaldare il melo malato, a volte nel sole a rinfrescarlo con acqua pulita. Ogni momento cercava di risvegliare il fratello addormentato che, perso nei suoi sogni, non dava assolutamente segni di voler aprire gli occhi. 
I frutti cominciarono a colorare la verde chioma sempre più rigogliosa e a colmare di polpa e succhi gustosi le bocche golose, e a nutrire i cuori con la loro energia. Il talentuoso coltivatore era soddisfatto e tutti gli amici godettero di tale delizia. 
Tutti tranne uno. 
E’ doloroso sapere, e dover scegliere richiede il coraggio di abbandonare. 
Il fratello, dormendo appoggiato a un tronco vicino, con il suo sonno si era infatti trasformato, insieme ai parassiti che ivi si eran trasferiti, in fuga da tanta cura, in un tronco rinsecchito: una statua di legno. 
Un monumento, lì a ricordare quanto sia necessario agire per uscire dall'ignoranza e entrare nella conoscenza. 
I due fratelli avevano compiuto la loro missione.

Rossella








martedì 26 agosto 2014

Il melo malato

Il melo malato, infestato da parassiti di ogni tipo, ogni anno produceva sempre meno frutti, e da tempo non si vedevano più i bei pomi d'una volta.
I due fratelli lo sapevano bene, e lo guardavano con gli occhi pieni di lacrime, intristiti dalla visione della decadenza in atto. Uno di loro - il più giovane - proponeva bagni di anticrittogamici, iniezioni di fosfati, potature radicali, nella speranza di poter rivedere la rigogliosa fioritura di un tempo... ma l'altro fratello - il più anziano, il più esperto - sapeva che sarebbero stati solo inutili palliativi, che non avrebbero permesso alla pianta di tornare a fruttificare come nei tempi passati, e insisteva sulla necessità di non occuparsene più, di abbatterlo, o lasciarlo marcire, e piantarne uno nuovo al suo posto. 
Sapeva che per lungo tempo, prima delle nuove fioriture, non avrebbe potuto gustare i suoi frutti, ma sapeva anche che - prima o poi, se ben curato - sarebbe rinato rigoglioso e forte, e avrebbe di nuovo allietato le loro tavole. Si mise allora pazientemente all'opera, cominciando a selezionare i nuovi semi, rivangando per l'ennesima volta quella terra vecchia, sfruttata senza soste per anni e anni, ormai quasi improduttiva. 
Ma il giovane inesperto - ansioso e irascibile - non ne voleva sapere di ricominciare: troppo lavoro, diceva, e fra un maalox e l'altro - roso dalle vane aspettative - guardava l'albero, intonando incomprensibili canti propiziatori, nella speranza che tutto tornasse come prima, quando era già malato, anche se non si vedevano ancora i sintomi.
E, nell'attesa del miracolo, s'addormentò appoggiato al tronco, ormai morente, e riprese a sognare, mentre attorno a sé i parassiti ballavano festosi...




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