martedì 24 maggio 2011

Pisapia e l'Utopista


 E non mi vengano poi a dire che il sistema dei segnali non funziona!
Sono passati solo pochi giorni da quando la signora Moratti ha subdolamente accusato l’altro candidato, il Pisapia, di aver partecipato ad un furto d’auto nei lontani anni settanta, quando, all’improvviso, che succede? Che Pisapia passa per una via di Milano, dirigendosi verso una tappa elettorale poco distante, e incoccia in un giovane (nerboruto? tossico?) intento a rubare la borsetta e l’auto di una povera signora, che si trovava nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Ma non Pisapia (!) che con tempestività ha messo in fuga l’aggressore, recuperato il maltolto e  restituito alla donna, incredula. Non so per chi abbia mai votato prima, la signora, ma so per chi voterà questa domenica.
Da villano ad eroe … e poi dicono che i segnali non funzionano. Abbiamo un singolarissimo destino che coinvolge Moratti e Pisapia, l’anziana signora e lo scippatore, in questa tragicomica commedia all’italiana (con tanti risvolti da storiella americana), dove abbiamo l’eroe, il bandito, la vittima e la denigratrice sconfessata. Loro, solo in due mosse, hanno creato il ritmo e il contro-ritmo di questa campagna elettorale milanese, mostrando un segnale evidente di come si sono già messe le cose, dei ruoli di ognuno, inseriti in un impercettibile, per ora, movimento quantico di trasformazione di opinioni, movimento che sarà visibile in pochi giorni.
A chi non avesse ancora colto la sottigliezza dell’evento, e la sua capacità di trasformatore di energie latenti, suggerirei di fare maggiore attenzione alle piccole cose, quelle poco appariscenti ma incessanti, e che cambiano il mondo.
Oggi mi sembra allora una buona giornata per far riemergere un pochino quella parte di me che ha permeato intensi periodi della mia esistenza: l’utopista.
Lo farò rispolverando pensieri e concetti che da tempo mi appartengono, e molto probabilmente appartengono a voi, e a molti altri.
Che la nostra sia una società globale basata sul consumo di materie prime non è una opinione, è un fatto. Così come che la popolazione consumatrice stia – soprattutto in Asia e America Latina - esponenzialmente crescendo, un altro. L’ultimo, altrettanto innegabile,  è che le materie prime sono soggette ad esaurimento, alcune potendo essere sostituite da succedanee alternative (es. le fonti energetiche), altre invece (le foreste, la terra, l’acqua, l’aria) assolutamente no.
Usando la logica della mente, e l’intuizione della coscienza, arriveremo alla stessa conclusione: in questo processo qualcosa di molto serio, importante, non va!
Nella società globale moderna, chi detta le regole sono i grandi agglomerati economico-finanziari che a loro volta permettono, attraverso immani flussi di denaro, l’esercizio del potere politico a chi meglio saprà tutelare i loro interessi corporativi. I politici, così, retribuiranno i favori ricevuti attraverso leggi e normative che servano ad esprimere, in modo congruo ed effettivo, il loro ringraziamento. Chi paga il conto di tutto questo “giro” è la gente comune.
Questo schema conduce necessariamente alla sempre maggior concentrazione di risorse e ricchezze, o meglio, al sempre maggior progressivo impoverimento delle masse planetarie a vantaggio di pochi, e anche questo è un fatto. Prima o poi, questo divario diventerà così ampio che non vi sarà modo di risolverlo se non attraverso conflitti collettivi.
Sempre con il beneficio dell’uso di mente e coscienza, non è possibile arrivare ad altra risoluzione se non quella di ripudiare una tale prospettiva.
Ora, finito l’esame dei fatti e visualizzata una prima, immediata decisione sulla base degli stessi, diventa necessario – pur se assolutamente ancora vincolato al mondo delle idee – esprimere un’alternativa che immetta nuovi dati nello schema socio-economico-politico che ci distingue oggi, per arrivare ad una differente soluzione.
Qui comincia il lavoro dell’utopista, che spazia dall’immaginazione di un nuovo assetto planetario, all’idealizzazione di una società perfetta.
Necessariamente dovrà prima procedere alla distruzione di ciò che non va, alla sua eliminazione, per quindi sostituirlo con un sistema differente, più efficiente, funzionale, rispondente alle nuove richieste sociali dell’umanità.
Il sistema capitalista, le religioni, i valori culturali, l’istruzione scolastica, le gerarchie e le dinastie … tutto dovrà essere superato, modificato in “altro”. Segnali indicativi di cosa potrebbe essere questo “altro” ne abbiamo a iosa, anche se relegati a nicchie di studiosi e di seguaci che con estrema fatica cercano di divulgarne la conoscenza.
A volte, anche a me una cosa del genere sembra impossibile, pur se le mie poche conoscenze scientifiche mi permettono comunque di sapere che prima o poi - anzi più prima che poi - raggiungeremo uno stadio di percezione collettiva tale che ci permetterà di intendere la necessità e l’urgenza di una riformulazione generale dell’assetto socio-geo-economico del pianeta. La fisica quantististica individua questo concetto nella terminologia di “massa critica”, e sembra che sia esattamente questo il comportamento che l’umanità sta per assumere di fronte alle nuove priorità che si imporranno in breve sulla Terra. Ottimo!
Quanto a me, per ora, mi accontenterò di aggiungere la mia parola a quella di tanti altri, sperando che una di queste faccia finalmente pendere la bilancia dalla parte che spero.
Forza Pisapia!   



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