mercoledì 6 luglio 2011

Conversazioni con Rogerio - Macchu picchu 5

«Esatto! Com’è sorto l’Universo?»
«A questo dovrà rispondere la ricerca scientifica, l’unico modo razionale che conosciamo per scoprire la realtà che ci circonda. Non sono certo io che posso mettermi a pontificare su questo aspetto, e lo stesso succede con le ipotesi sulla nascita della vita. Per quello che la scienza ha scoperto fino a oggi, comunque, sappiamo che l’Universo ha tredici miliardi e settecento milioni di anni e il sistema solare nel quale viviamo circa cinque miliardi di anni. Dicono anche che la Terra, come pianeta, si sia formata quattro miliardi e seicento milioni di anni fa.
Oggi è abbastanza accettato dalla comunità scientifica che la vita sulla Terra sia cominciata all’incirca tre miliardi e ottocento milioni di anni fa, quando apparve la prima molecola-madre da cui sono poi discese tutte le altre, in un sistema che è partito dal semplice per arrivare al complesso e che ha dato origine a tutte le specie di organismi viventi. Un altro dato di fatto è che nel codice della vita contenuto in questa prima molecola, già si trovava registrato anche il codice della morte, da cui discende l’evidenza che ogni cosa che nasce su questo pianeta è implicitamente destinata a morire. Quello che ancora però non è stato definitivamente accertato dalla scienza è come questa prima molecola-madre si sia formata, e a questo proposito si scontrano tre teorie: la generazione spontanea, la panspermia balistica e la panspermia direzionata».
«Ehi, che complicato! Ti avevo chiesto una risposta, ma semplice».
«Beh, la sto semplificando più che posso» disse. «Dunque, la prima presuppone che questa molecola dalla quale discendiamo tutti sia sorta naturalmente e spontaneamente dagli elementi chimici disponibili nella natura, durante i primi ottocento milioni di anni di vita della Terra, ma non c’è nessuna prova scientifica di questa teoria. Vari scienziati, inoltre, affermano che non esistevano, a quel tempo, gli elementi chimici necessari perché si verificasse l’elaborazione di una molecola così complessa come quella che ha dato origine alla vita sulla Terra.
Se questa molecola non sorse qui sulla Terra, allora, avrebbe potuto quindi venire solo da fuori, il che ci porta alle altre due teorie.
La seconda, quella della panspermia balistica, difende la tesi che questa molecola fu seminata sulla Terra a partire dalla caduta di un meteorite, un asteroide o una cometa. La scienza attuale considera quasi impossibile, dati l’enorme attrito, l’escursione termica violenta e le temperature interne del nucleo, oltre all’esplosione nucleare dovuta dall’impatto sul pianeta, che le caratteristiche chimiche originarie della molecola si siano mantenute.
La terza teoria, quella della panspermia direzionata, coincide con la precedente per il fatto che ambedue presuppongono l’origine extraterrestre della molecola-madre, ma differisce nel sostenere che il viaggio dallo spazio al nostro pianeta non fu fatto nel nucleo di un astro, ma di un artefatto che la potesse preservare in tutto il suo grado di complessità. E sai chi è l’autore di questa teoria?» mi chiese.
«No, uno a cui piaceva fumare gli spinelli?» risposi con un sorriso ironico.
«Non credo proprio. Il signor Francis Crick è stato premiato con il Nobel per la biologia per aver scoperto la struttura elicoidale del DNA. È lui l’autore della terza teoria.
Quando difese l’ipotesi di un artefatto cosmico come il mezzo per il trasporto di questa molecola qui sulla Terra mise a rischio tutta la sua carriera scientifica, giacché era implicito che qualcuno, ossia un’intelligenza non terrestre, fosse il responsabile per la semina della vita sul nostro pianeta. Immaginati la reazione che c’è stata, a quell’epoca, nel mondo scientifico e accademico. Comunque lui rimase fermo in quel suo parere, evitando solo di affermare chi avrebbe potuto essere stato il “seminatore”.
Evidentemente siamo in presenza di un concetto che può essere quello di Dio, o di un Architetto dello spazio, comunque di un essere extraterrestre che ha promosso tutto questo
processo. Se vuoi la mia opinione, io credo a questa terza teoria, quella di Crick, giacché oltre a essere l’unica scientificamente possibile, pur presupponendo l’intervento di extraterrestri, e quindi di qualcosa ancora nell’ambito delle “fantasie”, per essere potenzialmente polemica, è secondo me anche la più vicina alla verità» concluse.
«Beh, mi sembra che queste divisioni della comunità scientifica sull’origine della vita siano ancora lontane dall’essere totalmente appianate» dissi «ma mi piacerebbe sapere qualcosa
sul suo rovescio della medaglia: la morte. Sono sicuro che hai una spiegazione pronta anche per questo, no?».
«Evidentemente sì. Come potrei non averla su un argomento della stessa importanza, o forse ancor più importante, del precedente. Sai che quello a cui ci riferiamo con il termine
morte è la fine del funzionamento della macchina corpo, l’involucro con cui rivestiamo la nostra vera essenza che è lo spirito, e che quest’ultimo non muore mai poiché è inserito in un ciclo infinito di reincarnazioni. Io a volte penso seriamente alla mia morte, e credo che se dovesse venire domani l’accoglierei con benevolenza, anche se chiaramente preferirei vivere almeno qualche altro anno. Scherzi a parte, non ho paura della morte, nessuno in realtà dovrebbe avere paura della morte. Credo perfino che la morte sia una delle pagine più belle della vita, se non addirittura la più bella».





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