sabato 2 marzo 2013

UN'AGENDA PROGRAMMATICA RADICALE

Allo stato attuale delle cose qualsiasi prospettiva di creazione di un governo "stabile" è pura fantasia, ad esclusione di un asse PD-M5S. Questo è un dato di fatto incontestabile, e Grillo lo sa bene.
Perché allora andare allo sfascio incontrollato, invece di imporre un'agenda programmatica radicale, che non permetta passi indietro, e che inchiodi loro - i partiti "responsabili" - all'assunzione di impegni politici precisi. Vediamo...
Chiusura delle basi NATO in Italia.
Stop all'acquisto di materiali bellici, ritiro delle truppe da ogni scenario di guerra presente e futuro, riconversione industriale delle aziende che producono armi.
Nazionalizzazione delle banche che compongono il cda di Bankitalia.
Legge sul conflitto d'interessi.
Abolizione dei contributi pubblici ai partiti, all'editoria e ad ogni altra attività non socialmente utile.
Abolizione dei trattamenti fiscali agevolati alla Chiesa Cattolica.
Controlli fiscali serrati e continui su ogni appartenente a Camera, Senato, aziende pubbliche e controllate.
Riqualificazione professionale e salariale di insegnanti e professori, con crescenti investimenti per le strutture educative e per la ricerca scientifica, anche "alternativa" a quella relativa alle scelte energetiche attuali.
Tasse imponibile al 30% del reddito personale, 40% del reddito aziendale, 70% del reddito finanziario, con esenzione totale fino a 20 mila euro netti.
Istituzione del reddito di cittadinanza.
Dissoluzione di Equitalia, e moratoria sui debiti inerenti a persone fisiche che vivono di salari e pensioni.
Pagamento immediato dei crediti delle imprese verso lo Stato.
Cassazione dei mandati parlamentari dei condannati anche in primo grado.
Ripristino della volontà popolare espressa dai referendum su acqua e nucleare.
Riduzione del 70% di ogni costo della politica.
Sospensione del Fiscal Compact per 10 anni, e moratoria dei pagamenti degli interessi sul debito pubblico per 20 anni.

Imponendo questi criteri programmatici come paletti per una eventuale partecipazione a un governo con il PD non lasceremmo più alibi a nessuno, e se gli "altri" non ci dovessero stare, ebbene, allora sì... che rieditino il governo Monti, o quello che vorranno, e si assumano conseguenze e rischi delle loro azioni, perché è vero che
abbiamo aspettato tanto, e che possiamo farlo ancora per un po'... ma non per sempre, e quindi le decisioni vanno prese ora, finché c'è tempo.
Che il buon senso, alla fine, prevalga!



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