martedì 30 novembre 2010

Conversazioni con Rogerio Almeida 6° - Stromboli

«E di che tipo di rivelazioni si trattava?» chiesi visibilmente curioso.
«Appena attualizzazioni, da molto tempo già offerte nell’India antica, nel Messico e in Perù, formate ad hoc per l’intendimento occidentale, in un tentativo dell’Alta Spiritualità di riscattare gli insegnamenti di Cristo senza gli orpelli mondani cresciuti lungo l’evoluzione del pensiero cristiano. Si apriva per l’uomo e la donna terrestri uno sfondo spirituale dietro a quello della vita terrena, nella misura in cui erano presentate le leggi divine che reggono la vita a qualunque livello questa si espressi».
«Le leggi divine, quali?».
«L’uomo, attraverso il metodo scientifico, già riesce a calcolare l’orbita degli elettroni intorno ai nuclei atomici, dei pianeti attorno alle stelle, ma non ha la minima idea delle leggi che “misurano” la traiettoria dell’essere umano nell’uso del suo libero arbitrio. Possiamo calcolare, con assoluta precisione matematica, in che punto della sua orbita il pianeta Giove si troverà il 27 marzo del 2349 alle 14: 27’33”. Ma, dove sarà ciascuno di noi a quest’ora tra dieci giorni? Quali sono le leggi che spiegano la traiettoria dell’essere umano? Sono esattamente le citate leggi divine che regolano la vita cosmica quelle che accompagnano la traiettoria degli esseri pensanti, che misurano i loro meriti e demeriti, e che distribuiscono le ricchezze esistenziali del cosmo d’accordo con questi giusti criteri. Nel linguaggio umano l’espressione che meglio traduce queste leggi divine è quella che si riferisce alla legge di causa ed effetto, d’azione e reazione, giacché il Padre Celestiale non condanna mai nessuno dei Suoi figli, non interferendo in tali leggi. Ognuno di noi, quindi, possiede il libero arbitrio che gli permette di agire come vuole e in questa forma azioniamo i meccanismi di questa legge i quali, in ultima istanza, affermano semplicemente questo: “la semina è libera, ma il raccolto è obbligatorio”».
«È quindi la stessa cosa del karma di cui si parla in India?».
«Sì, nonostante parole come reincarnazione, cristianesimo, karma, amore, equità sociale, sembrano non esser mai state veramente comprese da questa umanità. Nello specifico la parola karma, nell’occidente, è da sempre violentata da interpretazioni di tutti i tipi. Riassumendo – come affermano gli Spiriti – l’unico determinismo o karma inevitabile nel destino di ogni essere cosmico è poter, un giorno, diventare Uno con il Padre Celestiale. Però, quando e come arrivare a questa condizione, dipenderà sempre dal libero arbitrio di ciascuno di noi» disse guardandomi profondamente negli occhi, come a volermi far comprendere che questa ultima frase fosse il vero succo di tutta la storia che mi stava raccontando.
«Mi sembra sempre quella vecchia trappola della Chiesa, quella che devi obbedire ciecamente per poter raggiungere il paradiso, se no si va dritti dritti all’inferno» dissi un po’ seccato.
«Lo sfondo del pensiero cattolico promosso dalla filosofia patristica, quella dei primi padri della chiesa cattolica dei secoli III, IV e V, profondamente influenzati da Sant’Agostino, Origene e Plotino, e più tardi dalla filosofia scolastica di Tommaso d’Aquino con la sua visione aristotelica del mondo, era che il cattolico doveva credere per poter comprendere. Gli Spiriti, nell’aprire al mondo la verità della rivelazione spirituale, affermarono come premessa che “prima di credere era necessario " comprendere", giacché non c’era più spazio, nel mondo, per una fede fanatizzata e lontana dalla ragione. In questo modo gli Spiriti pretendevano lasciare al libero arbitrio umano l’opzione di obbedire alle indicazioni della propria coscienza spiritualizzata o a quelle legate ai dogmi e ai culti esteriori imposte dalle chiese che pretendevano di nominare e dettare norme di condotta, ma che non si preoccupavano di spiritualizzare l’essere umano, con lo scopo di impedirgli di essere il pilota nella conduzione del proprio destino.
                                      


                                 

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