sabato 13 novembre 2010

Segnali: la mia esperienza.


Ci sono vari tipi di segnali, diretti e indiretti.
Mi ricordo di una volta, una ventina d’anni fa, in Brasile. Stavo tornando a casa dopo una lunga passeggiata in spiaggia.
Japaratinga, nello stato di Alagoas, è un tipico paesino litoraneo del Nordeste brasiliano: non più di qualche centinaio di abitanti, una grande piazza centrale, le case tutto intorno. Quella dove abitavo io, in quei giorni di vacanza, era una delle tante e per raggiungerla bastava attraversare quella piazza, una grande area aperta. Solo un piccolo ruscello sfilava nel suo mezzo, un filo d’acqua con pochi centimetri di profondità.
Era pomeriggio, molto caldo e nessuno in giro. Cominciai ad attraversare la piazza. Quando stavo per mettere il piede oltre quel ruscello, all'improvviso una voce mi ordinò di fermarmi. Era una vecchia signora del posto – credo - e stava indicandomi il luogo dove avrei appoggiato il piede in movimento: un piccolo serpente corallo, non più di una trentina di centimetri, se ne stava arrotolato su se stesso, guardandomi, la bocca aperta in segno di difesa.
Non l’avevo proprio visto, e ritirai istintivamente il piede da dov’era, alzando quasi contemporaneamente il mio sguardo per ringraziare l’anziana donna, ma non la vidi più.
In un nanosecondo girai lo sguardo a 360 gradi, ma della donna non vi era alcuna traccia. Scomparsa. Sparita.
Riguardai il serpentello, sempre in postazione, e pensai ancora un attimo a dove potesse essersi ficcata quella donna. Solo volando avrebbe potuto spostarsi verso le prime case, ad una cinquantina di metri da lì. Attraversai a qualche metro di distanza e tornai a casa. I miei vicini si stavano preparando, tutti, per partecipare a un corteo funebre, una piccola striscia di gente che, come tante altre volte avevo già visto, avrebbe sfilato, a piedi, dalla casa del defunto fino al cimitero, poco distante. Chiesi per educazione chi fosse la sfortunata, e mi descrissero – ne ero stato certo allora - la donna che mi aveva allertato poco prima.
Ecco, quello era un segnale diretto.

Anzi, più diretto di così  si muore, potrei facilmente aggiungere.

Quelli indiretti sono invece meno ovvi, e presuppongono la tua totale volontà nel compiere le scelte, gli atti e le azioni che li giustificano.
Capitano fra il più e il meno, sottilmente, quasi impercettibilmente.
Normalmente ti arrivano come commento casuale di qualcuno con cui stai parlando, e che ti da la soluzione a un problema ancora insoluto, o come una… voce interna, che non capisci bene da dove parta.
A volte è invece un incidente banale, che non ti permette di fare quello che avevi in mente.
A me, per esempio, ricordo di un periodo in cui mi succedeva con frequenza di rompere il motore della macchina, esattamente nello stesso momento in cui stavo elaborando complessi e arrabbiati pensieri su qualcuno o qualcosa. Quando, mesi dopo, misi insieme finalmente una cosa con l’altra,  e capii la qualità del segnale ricevuto: ne risultò un grande beneficio… oltre a quello di non spendere una barca di soldi dal meccanico.
Ora non so tu che tipo di segnali ricevi, per aiutarti nelle cose della vita, ma sono sicuro che se ci penserai un po’ riuscirai a risponderti da solo.
Se così sarà - come credo - permettimi di lasciarti un consiglio, solo per esperienza: imparali a riconoscere, e usali quanto più puoi, senza paura, senza pensare nelle conseguenze, o negli sdoppiamenti che queste potrebbero avere.
Se avrai fiducia e ti lascerai un poco andare, scoprirai che quasi sempre c’è un segnale per te, il migliore, anche perché gli angeli che ci seguono… dovranno pure fare qualcosa, o no?rande spisazzo litoranea del Nordeste brasiliano: non più di un migliaio di abitant






1 commento:

  1. Ciao Roberto,
    stamattina "casualmente" sono incappato in questo tuo bel blog (non ricordo nemmeno quale percorso ho fatto, ma non mi interessa, a questo punto - succede sempre così).
    Riguardo ai segnali, io penso che non esista una regola per tutti nel definire se un evento possa o meno essere un segnale chiaro. Personalmente mi succedono diverse cose (in parte come a te):
    1. Eventi che ti impediscono di portare a termine un'iniziativa (che poi realizzi sarebbe stata nefasta).
    2. Situazioni paradossali, che per loro natura stenti a crederci e che, in forma simbolica, ti suggeriscono qualche frase o concetto, che più tardi realizzi calzare perfettamente alla tua situazione (potrei fare degli esempi, ma sarebbe troppo lungo).
    3. L'osservare il comportamento degli animali domestici (specialmente il gatto: grande stratega) e capire da ciò dove si è oppure accorgersi del raro volo di un rapace, solitamente un falco o una poiana (che indica un periodo di cambiamento in corso).
    4. ecc.
    Sono lievemente più anziano di te (del '57) e, se togliamo la tua esperienza brasiliana, per il resto di quanto sperimenti e provi mi potrei sovrapporre.
    Non mi dispiacerebbe conoscerti di persona.
    Stai facendo un grande lavoro. Ti ringrazio.

    Toni

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