venerdì 5 novembre 2010

Segnali


Con il tempo, grazie alle molte letture fatte e all’accumulo delle esperienze di vita, di fronte al mio “presente” ho imparato ad aspettare e a muovermi solo dopo aver individuato “segnali” che mi spingono in una direzione, o in un'altra.
Applico questa regola a quasi tutto della mia quotidianità, con risultati eccellenti, difficilmente in grande disaccordo con i miei desideri.
Da quando ho scoperto che la mente funziona come un computer, attivando comandi basati esclusivamente sull’accumulo di dati – esperienze – che uno fa mentre vive, cerco di farla tacere il più possibile, per poter trovare con tutta calma i ricordi delle “altre” esperienze di vita, quelle che si celano nella nostra mente spirituale, e potere così finalmente addivenire a risultati di qualità differente da quelli che hanno scandito la prima parte di questa mia esistenza, sicuramente più intricati.
Mi lascio apparentemente “andare” - ma permango invece in costante stato d’attenzione - evitando di prendere decisioni affrettate (a meno di non essere impulsivamente spinto dal mio carattere “focoso”) nella maggior parte delle situazioni complicate, e utilizzo sempre il cuore e il raziocinio, come criteri aggiuntivi a quello dei “segnali”, per determinare la bontà e l’utilità di ciò che il mio cervello mi suggerisce di fare.



Non mi ricordo, pensandoci bene, se questa storia dei “segnali” l’ho letta prima nei libri di Castaneda o nelle Profezie celestine, ma rammento perfettamente che ho cominciato ad applicarla solo anni dopo, quando la montagna degli errori comportamentali è diventata così alta che correvo il rischio che mi impedisse di vedere con chiarezza la strada che avevo davanti , e che comunque mi obbligava a fare lunghissimi giri per potere ogni volta riprendere il giusto cammino.
E’ un metodo un po’ strano - lo so - che funziona sulla base di intuizioni, ricordi, immagini che sfuggono in un milionesimo di secondo, e non so quanto serva solo a me e quanto invece lo potrebbe fare anche per gli altri, soprattutto perché credo che ci siano persone che magari ne hanno altri, di metodi, probabilmente migliori.
Accetto quindi suggerimenti, perché sarebbe interessante scoprire che c’è un modo “sicuro” per modellare la realtà più intima, forgiandola alle nostre aspettative e esigenze, senza grandi patemi d’animo.
Perché non aiutarci, in fondo, scambiandoci opinioni al riguardo, usando questo piccolo spazio che abbiamo creato qui.
Per fare, almeno oggi, qualcosa di utile a tutti.
Che ne dite?



5 commenti:

  1. Ma quali sono i segnali che senti/vedi, interiori o esteriori ? a me sembra sia facile ingannarsi e scambiare i propri desideri per segnali che, per definizione, vengono da fuori di me stesso, da un'altra sorgente.
    E spesso, quello che consideriamo per segnali sono solo auto conferme di ciò che vogliamo noi.

    Grazie cmq, e buon lavoro


    Mauro P.

    RispondiElimina
  2. il prossimo post tratterà proprio di questo, e attraverso le mie esperienze personali provero' a far capire a chi mi legge cosa esattamente intendo quando parlo di segnali.
    Ci risentiamo, spero, dopo la sua pubblicazione.
    Per il momento, un buon week end.
    roberto

    RispondiElimina
  3. E i segnali come si riconoscono?
    E se poi non ci piacciono?
    Beata ignoranza!?
    BI.GI.

    RispondiElimina
  4. un modo di riconoscerli è quello che cerchero' di mostrare nel prossimo post, ti prego quindi di avere ancora un po' di pazienza.
    Se i "segnali" non ci piacciono,invece, poco possiamo fare. Sicuramente non li potremo ignorare, con il rischio di trovarci in pessime situazioni senza essere preparati.
    Bisogna allora sempre considerare la possibilità che le nostre scelte, operate in base al libero arbitrio, possono produrre cattivi risultati.
    In linea di massima, quindi, per evitare cattivi segnali, sarebbe meglio agire preventivamente, cercando di controllare in modo più effettivo i pensieri e le azioni, anche se tutto cio'... è facile da dire, altro è farlo.
    Io per primo sono un buon esempio di queste contraddizioni, e se ti dicessi che ho sempre il controllo delle situazioni che io stesso creo, sarei un bugiardo.
    E' un lavoro arduo, paziente e pieno di fasi alterne, quello di chi cerca di rendere migliore se stesso, ma credo che alla fine ne valga comunque la pena. Tu che ne dici?
    roberto

    RispondiElimina
  5. segnali...sezione più appropriata!! Non credere che io non abbia faticato per sapere dov'eri, e cosa facevi...se eri ancora vivo...(non ti grattare). Chissà quante volte nei miei viaggi in Brasile siamo stati tanto vicini da non vederci..ma in tutti questi anni ho sempre sperato d'incontrarti casualmente come l'ultima volta trent'anni fà, eri con.....(meglio non esagerare con i segnali. Ciao

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...