sabato 27 novembre 2010

Sogni 2

Vi è un altro tipo di sogno che facciamo in stato di veglia, il cosiddetto  “sogno ad occhi aperti”.
E’ una esperienza che facciamo tutti, chi più chi meno, e che banalmente releghiamo ad un atteggiamento evasivo, inconsistente, non comunque consono alla realtà.
Se pero’ ci pensate un attimo, cercando di riprodurre nella vostra memoria il “rapimento mentale” che si prova in quei momenti, probabilmente potreste ammettere che quando si pensa intensamente a qualcosa l’impressione che si ha è che chi sta pensando sia presente nella situazione pensata, e di fatto lo è.
Anche se solo per pochi attimi, puo’ sembrarci che tutto il nostro corpo sia presente nella scena pensata, cioè noi siamo li’, nella realtà in cui stiamo materialmente vivendo, ma anche là, nella realtà a cui stiamo pensando.
Se ci riflettiamo un po’ sopra, non c’è contraddizione fra questi due stati esistenziali, anche quando vissuti contemporaneamente.
Se l’essere umano, con i suoi corpi fisico-eterici, vive allo stesso tempo realtà dimensionali differenti, e puo’ fare lo stesso quando sogna, addirittura spostandosi con il corpo etereo attraverso l’utilizzo  del suo “cordone d’argento”, perché questa stessa tecnica non potrebbe essere usata anche quando si è svegli, per fare andare il nostro corpo etereo dove ben voglia?
Questo è quello a cui un bel po’ di gente si dedica, alcuni con successo, altri meno, e che viene chiamato, con un nome più appropriato, “viaggio astrale”.
In pratica, quindi, quando cominciate a vagare con la mente, mentre magari siete in auto, e vi vedete di fronte ad una persona od una qualunque altra scena di vita, in quel momento state facendo un viaggio astrale, anche se breve, e soprattutto inconscio, già che non siete consapevoli del dislocamento del vostro corpo etereo nella scena o con la persona pensata.
C’è gente, invece, che lo fa consapevolmente.
Cercano di far tacere la mente, magari meditando, e spostano il loro corpo etereo nel luogo o nella situazione che vogliono vedere. Quanto più bravi diventano in questa tecnica, quanto più riescono ad allungare il proprio “cordone d’argento”, spostandosi in ambienti che possono ubicarsi anche ben oltre i confini planetari.
Mi chiedete se conosco qualcuno che sa viaggiare astralmente? Si’, varie persone.
Mi chiedete se io l’abbia mai fatto? Si’, senza volerlo, pero’.
Non avevo neanche vent’anni e mi ritrovavo, solo, sul vulcano di Stromboli, in quella stessa notte in cui nel blog ho aleatoriamente inserito il personaggio di Rogerio, per poter cominciare le nostre “conversazioni”.
Volevo solo sentire l’intensità di quel luogo, starci un po’ e poi tornare a casa.
Mi sdraiai su una strana pietra piatta, trovata mentre salivo le pendici del vulcano, e mi misi a guardare la notte, estremamente stellata, senza luna.
Non so quanto tempo dopo – una mezzoretta direi – mi successe il fatto:  continuavo con lo sguardo volto verso l’alto, immerso in quel mare di stelle che sentivo cosi’ meravigliosamente vicine, quando mi venne voglia di girare la testa.
Per qualche attimo rimasi rapito a guardare il mare di stelle che seguiva l’inclinazione del mio capo, ora da un lato ora dall’altro, ma quando guardai sotto di me, e continuai a vedere stelle e solo stelle, venni preso da un attimo di panico. Chiusi istintivamente gli occhi, e quando li riapri’ ero ancora sulla stessa pietra, lo sguardo rivolto all’insù.
Senza saperlo – lo scoprii solo anni dopo – avevo fatto un viaggio astrale. Avevo silenziato la mente nell’osservazione  intensa e cosciente del cielo, e il mio corpo etereo se ne era volato là, e là sarebbe rimasto se il panico della mia mente, improvvisamente svegliatasi alla vista spaventosa del vuoto sopra e sotto di me, non avesse obbligato il corpo etereo ad un immediato rientro.
Quelli che invece lo sanno fare bene, non corrono questi rischi, e riescono a trasportarsi fin su nei cieli, ad incontrarsi con altri esseri, in viaggio come loro o residenti in quei luoghi, a scambiarsi opinioni, e soprattutto riescono a ricordare tutto “dopo”. In questa maniera hanno trovato una delle porte di accesso al mondo astrale e spirituale, con grande loro beneficio.
Se li vedrete mentre sono in “viaggio” vi sembreranno addormentati, o in stato di catalessi, ma basterà un semplice tocco, un qualsiasi contatto materiale, per svegliarli all’istante interrompendo ogni loro attività. Non succederà niente, avrete solo interrotto l’esperienza che stavano facendo.
Non è lo stesso quando qualcuno ti schiocca le dita davanti al naso per riportarti indietro dal “mondo delle nuvole”, dove gli parevi che eri volato mentre magari ti stava parlando?
A questo punto permettete a me di banalizzare un po’, anche se al contrario.
Tutti abbiamo gli strumenti e conosciamo la tecnica per viaggiare astralmente, lo facciamo ogni notte quando dormiamo e qualche volta anche di giorno, quando “sogniamo ad occhi aperti”, o “voliamo tra le nuvole”.
Se c’è gente che è capace di farlo sempre, a proprio piacimento, vuol dire allora – dato che strumenti e tecnica sono gli stessi per tutti – che chiunque puo’ apprendere a farlo.
E’ come per qualunque altra cosa nuova: se vuoi imparare a farla bene, devi dedicarci tempo e attenzione, e sicuramente arriverai là. O no?


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