sabato 27 novembre 2010

21 Dicembre 2012, fine di un mito

Negli anni ’70 e ’80 sono stato un accanito consumatore di film di fantascienza. Non me ne perdevo uno, di qualunque fattispecie fosse, ma quello che più mi impressionò, ricordo, fu Incontri ravvicinati del terzo tipo.  Quando ho iniziato ad avvicinarmi allo studio delle altre realtà, quelle non visibili, spirituali e multi dimensionali, ho però cominciato a selezionare maggiormente i film da vedere, scartando aprioristicamente tutto ciò che mi sembrava catastrofico o peggiorativo in relazione all’immagine che veniva data ai “mal capitati di turno” extraterrestri.
Un’eccezione l’ho fatta l’anno scorso, per il film 2012. Bellissimo – scenograficamente – e rivoltante allo stesso tempo, per il fomento della paura di un eco disastro planetario, mi aveva ancor più convinto che la divulgazione di quanto dovrà realmente accadere in quel fatidico anno doveva essere spinta il più velocemente possibile, arrivare al maggior numero di persone raggiungibili. 
Non vorrei, in quest’opportunità, ricominciare con il discorso delle varie possibilità di eventi che potrebbero succedere. Vorrei, invece, concentrarmi su quello che “deve” succedere veramente.
Il nostro sistema solare, in relazione al centro della nostra galassia – la Via Lattea – è posto ad una delle sue estremità, alla fine di uno delle sue due braccia spirali. Il suo moto rotatorio, conosciuto come “precessione degli equinozi” e che dura 25.920 anni circa, gli fa fare un giro di 360° intorno all’asse immaginario del braccio spirale in cui è inserito.
Il 21 di dicembre del 2012 la Terra si troverà quindi esattamente sopra questa linea immaginaria, in allineamento con il Sole e con il centro della galassia.
Pur se è vero che al centro della Via Lattea vi è un buco nero, non saremo risucchiati. Non lo siamo mai stati tutte le volte – migliaia – in cui è già successo, non lo saremo ora.
Da quel giorno il moto del nostro sistema planetario comincerà il cammino in avvicinamento verso il centro della galassia, dove sono concentrati i maggiori sistemi stellari e da cui sono irradiate le maggiori quantità di energie fotoniche, costituite dalle comunemente dette particelle di luce.
Più passerà il tempo, da quel giorno, e più la quantità di energia che riceveremo sarà maggiore.
Trattandosi, alla fin fine, di radiazioni “solari”, anche i nostri corpi dovranno modificarsi, adattandosi ad amministrare la nuova realtà energetica.
Visto che chiaramente questo è un processo lungo, che non avverrà da un giorno all’altro - richiederà infatti altri 13 mila anni circa per arrivare al suo massimo livello – noi, come generazione attualmente sul pianeta, non abbiamo assolutamente nulla di cui preoccuparci, anzi, ben per il contrario.
Quello che i Toltechi con il loro calendario (erroneamente attribuito ai Maya che solamente lo ereditarono) e che i libri sacri indiani - i Veda - insieme a tante altre tradizioni culturali di altrettante civiltà sparse per i luoghi e i tempi del nostro passato, prossimo e remoto, stanno cercando di dirci, è che da quella data comincerà una specie di “età dell’oro” per l’uomo sapiens, non nel senso materiale del termine ma spirituale.
Evidentemente chi ha stabilito quella data aveva l’esatta cognizione del movimento rotatorio del sistema solare, delle sue tappe, delle sue conseguenze in relazione alla modificazione delle energie prodotte, e ciò può essere giustificato solo da una osservazione ripetuta nel tempo, che non può minimamente essere attribuita a civiltà così “giovani”, come quelle citate, che certamente non hanno mai potuto assistere a un fatto analogo nel loro passato.
È evidente che queste informazioni sono state ripassate, a questi nostri ancestrali incomunicabili tra loro nello spazio e nel tempo, da qualcun altro che, al contrario, aveva già visto ripetutamente quel fenomeno, e che soprattutto ne conosceva le conseguenze.
Se dunque ci siamo “fidati” di quelle previsioni, già che risultano corrette anche secondo i nostri rigorosi canoni scientifici, dovremmo altrettanto fidarci della banalizzazione degli effetti finali di questo fenomeno celeste, tradotti nelle lingue antiche dei popoli ancestrali terrestri, come età dell’oro, o della conoscenza.
Io ho tutta una “teoria” a rispetto di ciò che per noi rappresenterà questa inversione di tendenza del moto del nostro sistema solare, e sto utilizzando ogni spazio che ho a disposizione in questo blog – e nei libri che scrivo – per illustrarla, ma la mia è, fino a che non si verificherà, solamente una delle tante possibilità.
L’unica differenza vale per me, che ci credo profondamente.
Per voi tutti, invece, varrà solo quello in cui vorrete credere.
Ma senza alcun panico, per favore. In questo ospedale psichiatrico che chiamiamo Terra ( è così che è percepito dagli altri abitanti siderali) di guai da risolvere ne abbiamo fin troppi.
Non ce ne meritiamo un altro in più.



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