giovedì 18 novembre 2010

Sogni

Non voglio togliere a nessuno la propria opinione su  i sogni e le loro interpretazioni.
Quando qualcuno, infatti, raggiunge un certo grado di affinità con ciò che fa, quasi sempre riesce ad aggiungervi significato, magari addirittura un metodo, che a volte può anche funzionare.




Io – non so voi – ne ho già visti un bel po’: dal lettore di carte, a quello delle mani, delle mappe astrologiche, delle conchiglie, dei fondi di caffè, di qualsiasi altro materiale divinatorio; tutto può essere utile, sempre che dall’altro lato vi sia qualcun altro disposto a crederci.
Non voglio esprimere giudizi, né sui metodi divinatori appena citati né su quello dell’interpretazione dei sogni, cui vorrei invece dare un contesto più ampio.
Il nostro corpo fisico è collegato, tramite una specie di cordone ombelicale invisibile, a un secondo corpo, ancora fisico sebbene estremamente più rarefatto, occupato non più da tessuti e organi ma da centri energetici, reti nervose e gangli dove l’energia immagazzinata dall’esterno, e quella prodotta, si distribuiscono in modo più o meno equilibrato, conforme all’assetto della vita personale dell’essere fisico interessato.



Questo cordone ombelicale invisibile può avere uno spessore misurabile in centimetri – quando la persona cui appartiene è avidamente attaccata all’aspetto materiale della vita, a vizi e disordini comportamentali di vario tipo - o in micron, se l’essere da cui si origina è particolarmente attento alla ricerca di un buon equilibrio psico-fisico.
Più questo cordone è spesso,  più difficile sarà allungarlo, elasticizzarlo, essere veloce nel suo dispiegamento. Al contrario, uno spessore mediamente minore permetterà una maggior velocità nel suo dispiegamento, oltre che una maggior elasticità, permettendo il suo allungamento a distanze sempre maggiori.
Vi chiederete perché sto divagando con questo fantomatico cordone ombelicale invisibile, e cosa c’entra con il tipo di riflessione che vorremmo fare sull’argomento “sogni”.
Ciò che succede è che ogni volta che moriamo, e tutte le volte che ci addormentiamo, l’altro nostro corpo - corpo etereo o in qualsivoglia modo lo si intenda chiamare - si sposta negli spazi aerei prospicienti il luogo dove viviamo, e da qui comincia un altro tipo di esistenza, caratteristica del nostro mondo astrale. 

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